La strada della scienza e le vie verso Dio costituiscono un unico percorso intellettuale: una scienza fattibile è nata solo all’interno di una matrice culturale permeata dalla ferma convinzione che la mente umana fosse capace di individuare nel regno delle cose e delle persone un segno del loro creatore.
Tutti i grandi progressi creativi della scienza sono stati compiuti nel quadro di un’epistemologia strettamente imparentata con tale convinzione.
Di più: ogni volta che questa epistemologia ha incontrato un’opposizione abbastanza forte e coerente, l’attività scientifica è rimasta evidentemente priva di solide basi.
(S. L. Jaki, “La strada della scienza e le vie verso Dio”)
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Perché i cristiani amano le scienze (6)
Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l’uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare… Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, poi di lì si divideva e formava quattro corsi… Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse. (Gn 2, 8-15)
Terra, suolo, polvere, cioè noi

C’è un bellissimo articolo di Piero Gagliardo sul sito del Sussidiario: vi consiglio vivamente di leggerlo.
Perché i cristiani amano le scienze (1)
Il primo motivo è questo: al Signore piace ciò che crea!
E Dio vide che era cosa buona. (Gn 1, 25)
Di conseguenza, non può non farGli piacere che studiamo e scopriamo la stupefacente bellezza del creato. E più lo studiamo, più complesso e meraviglioso ci appare, a tutti i livelli. Studiare ciò che Lui crea è un modo di conoscere e amare Lui.
La creazione è costante
Affermare che il fondamento del cosmo e dei suoi sviluppi è la sapienza provvida del Creatore non è dire che la creazione ha a che fare soltanto con l’inizio della storia del mondo e della vita. Ciò implica, piuttosto, che il Creatore fonda questi sviluppi e li sostiene, li fissa e li mantiene costantemente. Tommaso d’Aquino ha insegnato che la nozione di creazione deve trascendere l’origine orizzontale del dispiegamento degli eventi, ossia della storia, e di conseguenza tutti i nostri modi meramente naturalistici di pensare e di parlare dell’evoluzione del mondo. Tommaso ha osservato che la creazione non è né un movimento né una mutazione. È piuttosto il rapporto fondazionale e costante che lega le creature al Creatore poiché Egli è la causa di tutti gli esseri e di tutto il divenire (cfr. Summa theologiae, I, q. 45, a.3).
