
Come qualcuno può aver notato, ultimamente sento spesso il bisogno di prendere posizione su questioni scientifiche assai dibattute, e che vedono molti cattolici su posizioni polemicamente avverse alle versioni dei vari problemi più comunemente proposte all’opinione pubblica.
Dietro a questa ipersensibilità su temi come l’evoluzionismo e il global warming, c’è una profonda e antica mia preoccupazione.
Mi sembra che alcuni buonissimi e benintenzionatissimi cattolici, alcuni dei quali anche ben formati e istruiti, quando scorgono alcuni nemici del cristianesimo fra i sostenitori di una teoria scientifica, per arginarne l’azione si buttano a capofitto contro la teoria scientifica medesima.
Così facendo, essi tradiscono un retro-pensiero a mio avviso tanto più pericoloso quanto più profondamente radicato e forse inconsapevole: “se un mio nemico riporta un dato scientifico, questo è necessariamente falso. Devo negare il dato, ad ogni costo, altrimenti sarò connivente col nemico”.
Attenzione! Questo atteggiamento tradisce un rapporto non limpido e sereno con la verità. Un credente, proprio perchè – non per suo merito – dà del tu alla Via, Verità e Vita, ha o dovrebbe avere un’istintiva stima e simpatia per la scienza e per i metodi che le sono propri, che – come hanno detto i papi molto meglio di me – presuppongono un rapporto sano e corretto con la realtà, e sono intrisecamente incompatibili con il relativismo (ta-daa!!).
Uno scienziato, qualsiasi scienziato degno di tale nome, è un uomo a caccia di verità: e questo gli fa onore, indipendentemente da tutto il resto. La nobiltà di questa missione può inquinarsi in mille modi, certo!, laddove presunzione, avidità e tutto il corredo dei vizi capitali interferiscano (ed è normale che interferiscano: “scagli la prima pietra chi…”). Ciò nonostante, un cristiano dovrebbe ammirare e rispettare uno scienziato a priori, perchè almeno a livello programmatico, egli si pone alla ricerca sincera e metodologicamente rigorosa di quella Verità che è la gioia stessa dei credenti.
E’ essenziale, poi, distinguere fra un dato scientifico e le ricadute morali, politiche, economiche a cui la sua acquisizione può portare. Il primo non dipende dalla libertà dell’uomo, le seconde sì. Non posso, in coscienza, negare una probabile verità solo perchè ritengo che quella verità sarà “usata male” dai nemici dell’uomo e/o di Dio: farei un pessimo servizio alla verità, al bene, alla giustizia, all’uomo e a Dio: tutto in un colpo solo! Forse è il caso di ricordarlo: il fine non giustifica i mezzi!
Permettetemi un esempio cretino. Mi stanno antipatici gli ambientalisti perchè sono panteisti, o perchè misconoscono la dignità dell’uomo, o perchè comunisteggiano, e/o per tante altre ragioni? Benissimo: ma non posso andare a massacrare i cuccioli di foca solo per fare loro dispetto, se ammazzare i cuccioli di foca è una cosa cattiva.
Mi sta antipatico Al Gore, con la cultura discutibile di cui è espressione, con le sue arbitrarie ed indebite politiche antinataliste portate avanti con “la scusa” del global warming (con cui il tasso di crescita della popolazione certamente NON è connesso)? Benissimo: ma questo non mi basta per affermare con certezza che allora il global warming è senz’altro una panzana. Intendiamoci: potrebbe anche essere una panzana, in linea teorica. Ma certamente non ci arrivo per quella via, a deciderlo!
Lo stesso dicasi per l’evoluzione, per le centrali nucleari, per gli organismi transgenici… Ritenere automaticamente falso ciò che viene ritenuto vero da alcuni nemici del cristianesimo – e peggio ancora, automaticamente vero ciò che essi ritengono falso! – è pericolosissimo, e tendenzialmente stupido. E rende un pessimo servizio al Cristianesimo, per molte ragioni.
Il Vangelo non ci dice se le emissioni antropiche di CO2 riscaldino eccessivamente l’atmosfera. Non c’è scritto né sì, né no. Nel Catechismo della Chiesa cattolica non c’è scritto da nessuna parte se l’energia eolica o i pannelli solari siano preferibili alle centrali nucleari, o viceversa. Non c’entra la fede, con queste questioni. C’entrano i calcoli dei fisici, dei chimici, degli ingegneri: c’entrano i numeri, la loro attendibilità, la loro accessibilità.
Il Signore ci ha affidato una natura intellegibile: la responsabilità di farne buon uso comporta un’onestà radicale nell’approccio scientifico, anche quando mi capita di vedere la stessa cosa che vede quello là, a cui sto/che mi sta tanto antipatico.