
Quando penso allo Spirito Santo, e alla Pentecoste, la prima cosa che mi viene in mente è: ricchezza, pienezza, abbondanza. Lo Spirito Santo è Amore fatto fantasia! Non si lascia imbrigliare da tempi e luoghi, schemi e definizioni: soffia dove vuole, e dà la vita, incontenibilmente. Celebrare la Pentecoste è anche rendere grazie alla meravigliosa libertà che fa della Chiesa una sinfonia di spiriti tutti diversi (persone, famiglie, movimenti, istituzioni): e ciascuno è Chiesa, ma nessuno – da solo – è tutta la Chiesa, “quella vera”, il Corpo di Cristo! Ut unum sint!
dal post In necessariis unitas, in dubiis libertas, in omnibus caritas, nel blog Senza peli sulla lingua:
Nella Chiesa d’oggi c’è una grande ricchezza: quante diverse realtà, quanti movimenti, quante esperienze spirituali! È qualcosa di cui dobbiamo rendere grazie al Signore.
Ma il problema è che spesso ciascuno pensa che la propria esperienza sia esclusiva, l’unico modo autentico di vivere il cristianesimo. Che presunzione!
Nella Chiesa c’è spazio per tutti: il mistero di Cristo è cosí vasto che non possiamo pretendere di esaurirlo con la nostra piccola esperienza. Ciascuno di noi ha il suo carisma, con cui mette in luce e si sforza di vivere un aspetto di questo mistero inesauribile, lasciando agli altri di evidenziarne altri aspetti.
L’umiltà, ci ricorda il Santo Padre, è alla base di ogni autentica esperienza cristiana: chi sono io per atteggiarmi a giudice degli altri? Io ho ricevuto un dono e mi sforzerò di viverlo come meglio posso; rispetterò gli altri, anzi renderò grazie al Signore, perché sono diversi da me.
Ciò che importa è che siamo tutti uniti nella stessa fede: In necessariis unitas, in dubiis libertas, in omnibus caritas.