La Grazia di Dio è come un oceano trattenuto da una diga che è la nostra indifferenza, o idolatria, o egoismo. Per fare breccia nella diga, non c’è bisogno di trovare chissà quale modo: l’abbondanza e la pressione sono tali che qualsiasi fenditura – che sia praticata ad arte, o aperta con un colpo maldestro – serve allo scopo.
Se leggete del sorprendente progetto delle “Sentinelle del Mattino” di cui racconta don Piero Gheddo sul suo blog, ma vi fermate alla descrizione del metodo, forse pensate, come è capitato a me: non può funzionare. E’ troppo ingenuo, gli rideranno tutti in faccia, va già bene se non li cacciano a pedate. Ci vuole qualcosa di più sottile, di più sorprendente. Ed invece… funziona:
In certe notti confessiamo a fiumi. D’estate a volte siamo anche 15 sacerdoti che confessano fino alle due di notte. In media, d’inverno abbiamo circa 100-150 giovani che vengono in chiesa, d’estate molti di più. Giovani che spesso da dieci, vent’anni non sono più entrati in chiesa. Sono serate di grazia e di grandi conversioni.
Non sto dicendo che non sia necessario cercare di fare le cose bene: dico solo che quando non facciamo nulla solo perché ci sembra di non aver trovato il modo giusto, sbagliamo. Il Signore aspetta soltanto che facciamo qualcosa, che ci muoviamo: lo stile è un’esigenza nostra, non Sua.