Appello per la Parrocchia di San Giovanni Battista (L’Aquila)

Pubblico volentieri su invito dell’amica carissima Maria Cristina Teti:

Oggi pomeriggio il mio parroco, don Ramon Mangili, bergamasco doc ma con il cuore ormai aquilano, ha convocato tutti i collaboratori parrocchiali, si pensava per un anticipato rinizio d’anno. Purtroppo la realtà è stata diversa, un cazzotto dal quale ancora dobbiamo riprenderci. Necessita una breve premessa. Sapete che sono aquilana, e quindi “terremotata” (virgoletto perchè ormai è diventato uno status sociale, e la cosa mi ripugna). La mia chiesa parrocchiale è inagibile da quel dì di 3 anni fa, e da ottobre 2009 abbiamo una grande tensostruttura donataci dal Comune di Roma, che con il tempo abbiamo cercato di rendere il più possibile somigliante ad una Chiesa. E ci siamo riusciti. Abbiamo il Tabernacolo, e perfino un confessionale!! L’interno è stato rivestito di legno, curiamo i fiori all’esterno e quest’estate uomini di buona volontà hanno anche costruito una tettoia esterna sempre in legno per evitare che quando piove non entri l’acqua fin dentro. Continua a leggere

Per il Pakistan

Di Pakistan parliamo spesso, qui in occidente. Chissà se bin Laden si nasconde lì… Le minacce latenti di guerra con l’India… Le persecuzioni ai cristiani…

Ora, tuttavia, dovremmo parlarne molto di più.

AsiaNews riferisce che

Flood in Alipur, Pakistan 2010 2

Flood in Alipur, Pakistan 2010 2 (Photo credit: Wikipedia)

… Da giorni Islamabad ha riconosciuto di non avere mezzi sufficienti per affrontare la catastrofe: nel meridionale Sindh migliaia di famiglie non hanno nemmeno un riparo e sono accampate su banchine e strade in alto, esposte a sole e pioggia, prive di tutto: l’acqua ha distrutto coltivazioni, bestiame, strade e infrastrutture, almeno 6mila villaggi sono stati cancellati. Si prevede che il monsone possa continuare per un altro mese e per i profughi la situazione è ogni giorno più dura: intanto per oggi e domani sono attese nuove pesanti piogge, il fiume Indo ha una portata d’acqua almeno 10 volte superiore al normale ed è elevato il rischio di nuove inondazioni, anzitutto nelle zone basse di Hyderabad, 1,6 milioni di persone e 6° maggior città del Paese, tuttora protetta da una diga che però potrebbe non reggere un’ulteriore spinta delle acque.
Abdullah Hussain Haroon, ambasciatore pakistano presso l’Onu, conferma che nelle zone colpite ci sono casi di colera e che “è alto il pericolo di epidemia”.

Che fare, dunque? Quello che possiamo. Sicuramente pregare: tanto! E poi, chi può, metta mano al portafoglio… Fra l’altro, i talebani già si stanno muovendo: nello stesso articolo si riferisce che, secondo John Holmes, capo degli Aiuti umanitari delle Nazioni Unite,

… si deve anche vigilare perché il terrorismo talebano “sta tentando di mettere di un piede di nuovo [nella regione] facendo apparire alla popolazione che loro sono attivi in queste zone isolate”.

In una dichiarazione del 10 agosto i talebani locali hanno descritto l’inondazione come “una punizione divina” per il Paese per avere accettato un leader secolare eletto e hanno sollecitato la gente a non accettare aiuti stranieri. Fonti militari confermano che i ribelli, già cacciati dalla regione, nelle ultime 2 settimane hanno incrementato gli attacchi nell’area alluvionata. Inoltre fanno a gara con il governo nel mandare aiuti in alcune zone, come quella degli etnici Pashtun.

Jean-Maurice Ripert, inviato Onu in Pakistan, ammonisce che “la miseria della popolazione può essere sfruttata da chi ha organizzazione politica o militante”.

Qui le iniziative già in atto della Caritas italiana per il Pakistan e tutti i riferimenti utili a chi vuole dare una mano.

Distruzione e resurrezione dell’umano

Ho letto da qualche parte che ai bambini-soldato dell’Africa centrale, rapiti e arruolati di forza nelle bande armate, come “iniziazione” prima di essere mandati a combattere davvero, viene chiesto di ammazzare il proprio migliore amico.

E’ molto logico, da parte di chi vuole dominare su di loro, non chiedere semplicemente un atto di coraggio, o una violenza qualsiasi per quanto efferata, ma puntare direttamente ad ottenere che loro attivamente distruggano la cosa più sacra che hanno, che per quegli adolescenti senza più famiglia è ovviamente il proprio amico. Continua a leggere

Necessario sapere, necessario capire

E’ molto forte la tentazione di ignorare, in questi torpidi giorni di canicola, la terribile notizia pubblicata da AsiaNews, segnalata dal chestertoniano blog dell’Uomo Vivo, che ringrazio.

Secondo quanto riferito da un ex capitano dell’esercito della Corea dei Nord, il regime di Pyongyang utilizza bambini disabili (oltre che detenuti politici) come cavie per le armi chimiche e batteriologiche.

E’ necessario sapere. E’ ancor più necessario capire che non è affatto difficile, nè certamente strano, che si arrivi a questo, quando non si afferma con chiarezza nel diritto l’irriducibile dignità di un essere umano. Sotto un certo punto di vista, sarebbe strano che non ci si arrivasse.

Non c’è molta differenza fra la condanna alla morte per sete di una disabile grave solo per il fatto che è disabile e quello che fanno a Pyongyang: perché non dovrebbero farlo, se non per il fatto che la vita umana è un bene indisponibile?

North Korean Children.

Un’idea saporita

State fruit - Tomato

Ci sono a questo mondo un sacco di persone a cui piace coltivare orti e giardini: hanno il classico pollice verde, si manterrebbero più sane, rilassate e in forma dedicandosi a questa passione all’aria aperta; saprebbero ricavare verdura meravigliosa, salutare e gratuita da un fazzoletto di terreno… ma non hanno un giardino.

Poi ci sono un sacco di altre persone che hanno della terra intorno alla loro casa, ma non sanno, non vogliono o non possono prendersene cura: pagano malvolentieri un giardiniere per piantare qualche aiuola, oppure – il più delle volte – lasciano quel po’ di verde incolto e trascurato.

Il sito Lifehacker segnala che negli Stati Uniti, grazie al web, è nato lo yard-sharing, tramite un sito web che coordinando tante piccole communities spontanee a livello locale, realizza l’incontro fra domanda e offerta di giardinieri-orticultori da una parte, e di spazi utilizzabili dall’altra. Continua a leggere